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#calendariopoetico Il 29 giugno 1798 Giacomo Leopardi nasceva a Recanati che per lui sarà sempre “il natio borgo selvaggio”, facente parte allora dello stato pontificio e dunque ben lontano dai fermenti di rinnovamento che già preannunciavano il Risorgimento, fermenti cui Leopardi si sentì per tutta la vita comunque partecipe, anche attraverso contatti epistolari con i grandi intellettuali dell’epoca tra cui Pietro Giordani. La madre del nostro Adelaide Antici, austera e bigotta, fu sempre da lui percepita come una figura fredda, distante e anaffettiva che arrivava a gioire della morte precoce dei suoi figli come strumento di salvezza delle loro anime, spingendo così il poeta ad abbandonare la religione cattolica, vista anche come ostacolo al rinnovamento della nazione italiana che in molti ormai auspicavano. Il padre Monaldo aveva dedicato gran parte della sua vita ad imbastire la famosa biblioteca che sarà il vanto della città e grazie alla quale Leopardi intraprenderà il suo cammino di “studio matto e disperatissimo”.
Nel 2019 quello che è forse il componimento più famoso di questo grande poeta, L’INFINITO, ha compiuto duecento anni. In tutta Italia e anche in Rete sorsero eventi e iniziative per ricordare e celebrare questa poesia e il suo autore e in tutta la penisola spuntarono versioni nei vari dialetti parlati nel nostro Paese.
In occasione dell’iniziativa del calendario poetico-artistico di Progetto Alfa, celebrando il giorno della nascita di Leopardi, voglio riprendere le iniziative dei duecento anni de L’INFINITO proponendone una versione nel mio dialetto, il talamonese.
L’INFINII (Leopardi in dialet)
El m’è sempri stà caar stu col sulitari,
e daa sta scespedo che da täncia part
de l’ultim urizunt la te paro la visto.
Quant che me seti giù e vardi i fines p’ciù
i spazi di là da quela e fo dal nurmäl
ie i silensi e tänc prufundo l’è la pas
mi in di me penser fu finta; n’duvè che per un pel
ul cör el se stremis mingo. E cum’ul vënt
el senti bufà in mez ai piänti, mi quel
silensi infinii a sta vuus
vu a fac el cunfrunt: e me regordi l’eternitĂ
e i stagiun morti, e la present
e vivo e ul sun de lee. Inscì, tra questo
infinità el se nëega ul me penser
e in de stu mär l’è dulz pasà giù.
Antonella Alemanni
#leopardi