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#calendariopoetico Il 1 giugno 1970 moriva Giuseppe Ungaretti, un grande esponente dell’Ermetismo, un gigante della poesia novecentesca che ha sfiorato il Nobel e che nella sua raccolta di poesie d’esordio IL PORTO SEPOLTO ha saputo raccontare in maniera magistrale, attraverso un uso sapiente e innovativo della parola poetica e dell’organizzazione del verso, tutto l’orrore e l’insensatezza della guerra e che nell’arco della sua vasta produzione ha sublimato il suo sentirsi smarrito, figlio di molte patrie come di nessuna, nonché tutte le sue tragedie personali che, attraverso la parola poetica, hanno assunto valenza universale. Ricorderò oggi questo grande poeta nell’anniversario della morte proponendo una mia poesia che si sforza di ricalcare lo stile e le tematiche ungarettiane.
ALLA STAZIONE
Con un fischio parte il treno
alla stazione,
uno sbuffo di fumo,
baci e abbracci,
drappi bianchi sventolano,
scorrono lacrime
sui visi delle donne,
salutano figli e mariti
con la morte nel cuore,
rimbombano da lontano
cannoni e mitraglie,
moderni tamburi di guerra.
Antonella Alemanni