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#calendariopoetico Nella notte del 26 aprile 1986 all’1.23 a Cernobyl in Ucraina (allora ancora compresa nell’Unione Sovietica) scoppiò un reattore della centrale nucleare causando uno dei peggiori disastri ambientali di origine nucleare della Storia, superato solo da quello di Fukushima in Giappone nel 2011. La poesia vuole ricordare questi fatti: le persone contaminate, l’abbandono precipitoso del centro abitato, il quale tutt’oggi rimane una città fantasma.
LE RONDINI DI CHERNOBYL
Quella notte un lampo e un boato,
soffiò un vento malsano sui tetti:
sotto c’era il sonno beato
dei piccini nei nidi e nei letti.
Ritornan le rondini in volo
dentro il cielo di quell’esplosione
che avvelenò l’aria ed il suolo
annientando un’intera regione.
Lampanti gli albini piumaggi,
conseguenza delle radiazioni:
ma le schiuse fan lesti viaggi,
van più lente le mutazioni.
Crean nuovi ripari e speranze
poi depongono le prime uova,
ora dedican garrule danze
alla vita che già si rinnova.
Torneranno anche i bambini,
soffierà un vento fresco sui tetti:
cullerà nel sonno i piccini
dentro i nidi e nei morbidi letti.
Maura Gurini
#Chernobyl #26aprile2021