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🗓#calendariopoetico Oggi è il 10 febbraio.

Da pochi anni, in Italia, è una data solenne.

Oggi si ricorda l'esodo di 300.000 dalmati e giuliani italiani che furono costretti a lasciare le loro case natie a causa del regime di Tito e furono malaccolti in Italia per ipocrite ragioni ideologiche.

Oggi si ricordano le vittime delle foibe e dei rastrellamenti etnici dei titini, che hanno provocato la morte di comuni cittadini della società civile che non indossavano uniformi o rappresentavano un nemico.

Esiste in Italia un monumento laico che non viene mai ricordato e a scuola raramente se ne fa menzione: è l'altare della Patria in Roma.

Esso è costituito da diverse terrazze, tra cui la "Terrazza delle Città Redente".

Su di essa sono posti sei altari dedicati, rispettivamente, alle sei città e quindi regioni che furono unite o che dovevano essere unite all'Italia con la vittoria della Prima Guerra Mondiale, ovvero Trento (Venezia Tridentina), Trieste (Venezia Giulia), Gorizia (Goriziano), Pola (Istria), Fiume (Liburnia) e Zara (Dalmazia).

Oggi tre di queste città, Pola, Fiume e Zara, non fanno più parte dell'Italia a seguito della sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale. I loro tre altari rimangono una ferita apertissima, non solo per una disgregazione dei confini nazionali, ma per l'eccidio che si è consumato in quelle terre e che fu sempre lasciato silente nel fondo di quegli anfratti carsici, negandogli la dignità della memoria.

SUL FONDO

Vedo, sul fondo
tanti corpi
soli, immobili
come tronchi abbattuti
dal vento
corpi indifesi, martoriati
da questa tragedia,
calpestati,
dimenticati
come rami spezzati
e dispersi nella
memoria,
alberi immensi ma senza
radici
perché la notte gliele
ha rubate

Ketty Bianchini

10 FEBBRAIO

Odissee di popoli,
senza speranza di ritorno.
Esodi,
senza terra promessa.
Inghiottiti dalla storia,
mai restituiti dalla terra.
L’eterno abbandono,
l’eterno silenzio,
che a fatica ora
ritrova parole.
Fantasmi di colpe,
arbitrariamente attribuite
da chi mai ha imparato
a ricordare,
a fare i conti col passato.
Ricordiamoli ora,
ogni anno più forte.
Ricordiamo le confusioni,
le prevaricazioni,
gli amici che divennero nemici
e i nemici amici.
Ricordiamo terre contese
e genti sradicate.
Ricordiamo perché
nessuno immune è
dalla follia e dal male.

Antonella Alemanni

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