Vittoria Ligari - Wikipedia

Solitamente si dice in nomen omen, ma non fu il caso di Vittoria Ligari. Il padre Pietro, famoso pittore valtellinese, impose il nome di Vittoria alla figlia, forse a buon auspicio. Così non accadde… A dispetto del nome, questa donna dovette condurre una vita relegata in secondo piano. Subalterna al padre, al fratello Cesare ed ai nipoti, svolgendo mansioni per lo più domestiche, ha cercato di emergere nel laboratorio del padre come pittrice, dimostrando da subito grandi doti e assimilando le conoscenze e capacità del padre, che non ha esitato a farsi affiancare dalla figlia per il completamento di alcune opere commissionate. E questo costituisce un grosso limite per comprendere dove il pennello di Pietro Ligari si interrompe per dare spazio alla figlia. Unica opera autografa di questa pittrice è la pala d’altare realizzata nella chiesa di Ganda. E Progetto Alfa ha voluto proprio in Lanzada riscattare e far riemergere, appunto, vittoriosa, la figura di Vittoria Ligari, unica pittrice valtellinese e unica artista donna del ‘700 in Lombardia. Massimiliano Greco ha coinvolto diversi studiosi e cultori in un consesso che si è svolto il 16 dicembre scorso nella sala parrocchiale di Maria Ausiliatrice a Lanzada. Il prof. Simon Pietro Picceni, il restauratore Giorgio Baruta, lo scultore Arturo Corradini, Nicola Bergomi in qualità di cultore di arte sacra, Franco Parolini come fotografo ed i poeti di Progetto Alfa (Enrica Piccapietra, Debora Tomera, Ketty Bianchini, Teresa Cattaneo, Davide Rastelli e Lorella Hohn) hanno fatto riemergere e rinascere Vittoria Ligari, che finalmente ha potuto riacquistare la considerazione finora negatela. Progetto Alfa si è impegnata, quest’anno, a promuovere una serie di eventi che hanno avuto il merito di riscattare la figura di Vittoria, sia attraverso la poesia, sia attraverso opere documentali come il documentario televisivo curato dal prof. Grasso, curatore della Biennale di Venezia, realizzato con la regia e supervisione di Massimiliano Greco e Antonio Muraca, nonché la realizzazione di una pagina in Wikipedia dedicata a Vittoria Ligari, finora inesistente. La pala di Ganda del 1756 costituisce una sorte di summa del genio artistico di Vittoria, che ha saputo coniugare il suo talento artistico proponendoci un capolavoro di arte che risulta testimonianza della realtà valtellinese dell’epoca. L’inserimento di san Francesco di Paola tra le figure sacre rappresentate risulta unica nel panorama valtellinese e richiama da un lato i legami con le città portuali di Genova, Venezia e Napoli dove tanti nostri valligiani lavoravano e donavano parte dei loro guadagni per la realizzazione di opere sacre, e dall’altro la situazione politica della nostra Valle e i rapporti diplomatici con la Francia. San Francesco di Paola, infatti, è patrono della gente di mare oltre che essere stato consigliere del re di Francia. Vittoria, oggi, grazie a Progetto Alfa, dismette i suoi panni di pittrice per divenire icona della forza delle donne, del coraggio di scegliere, della semplicità di vivere nel nome dell’arte e della libertà.
Vittoria è immortale come le sue opere in giro per l'Italia.
Si ringrazia: Provincia di Sondrio, Comune di Lanzada, BIM, Fondazione Creval.

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